Sul termine Mente

Pensare, concepire, intendere e conoscere

Mente

Sistema di virtualizzazione della realtà oggettiva, necessario per l’autodefinizione e l’analisi degli eventi al fine di proporre l’interazione con la stessa realtà e per acquisirne esperienza.

Percorso etimologico

Partendo dallo zendo, si trova la parola mananh (senno, spirito), che diviene nel sanscrito manas (mente, percezione, comprensione, pensiero, intelletto, coscienza, spirito, afflizione, desiderio, inclinazione, riflessione, immaginazione, invenzione). L’evoluzione in greco è μένος [menos] (animo, forza vitale, senno) e anche μανθάνω [manthano] (imparare, intendere), da cui il latino mens, mentis (mente, pensiero, intelletto, senno, spirito, anima, riflessione, ragione, fantasia, opinione, intelligenza, progetto, saggezza, indole, carattere, sentimento, intenzione).

La radice man- è presente in tutto il percorso delle lingue:
nello zendo ha anche il senso di creare (madre, materia) e si collega al termine mente, in quanto generatrice delle idee;
nel sanscrito, tra i vari derivati, si trova manu (Manu, uomo per eccellenza, padre dell’umanità, che pensa, saggio, intelligente);
nelle lingue indo-germaniche màn (vocalizzata in men, mein, min, mun, ecc.) ha il significato di pensare, conoscere, intendere, misurare (misurare le cose e giudicarle).

In questo percorso il termine “mente” acquisisce il significato di facoltà più eccellente dell’anima, tramite la quale l’uomo pensa, concepisce, intende e conosce.