Le Interazioni dell’Io

Nell’ambito del processo diagnostico bisogna tener conto del ruolo centrale della seconda sfera nell’interazione con le altre. Infatti, l’area dell’io è inerente all’identità dell’individuo il quale, prima ancora di relazionarsi affettivamente ed esplorare il mondo, tende ad affermare se stesso come entità separata dagli altri e dal contesto ambientale.
Il conflitto tra il bisogno di contenimento protettivo ed il bisogno di affermazione ed indipendenza, segna i passaggi di costruzione dell’io e le modalità dello stesso di affrontare le situazioni nuove. Dall’esito del confronto con l’ignoto l’individuo è in grado di sviluppare vissuti di maggiore o minore adeguatezza.
Per tale motivo, l’area dell’identità può essere considerata come causa originaria di qualsiasi sofferenza psichica. Per fare un esempio, l’individuo che abbia evitato il confronto con i propri vissuti d’inadeguatezza presenta delle rigidità nella seconda sfera, paragonabili metaforicamente a delle corazze. Tali corazze irrigidiscono e rendono inappropriato il comportamento complessivo, in quanto provocano ostruzioni al libero passaggio del flusso delle informazioni.

Dietro ogni disturbo o disagio relativo alle altre tre sfere vi è sempre una consapevolezza parziale degli eventi, effetto di meccanismi distorsivi connessi alla presunta separazione dell’io dall’ambiente. Tale separazione, filtrando gli input in base alla congruenza con gli schemi cognitivi del soggetto, finisce per limitare le possibilità conoscitive e creative dell’intero sistema.

Per meglio comprendere l’importante funzione dell’area dell’identità nell’interazione con le altre basti pensare che la sfera della sessualità – in caso di gravi deviazioni della seconda sfera che impediscono il transito dell’energia attraverso il canale centrale – può essere indotta (illudendosi di superare il problema) ad una deviazione verso il collegamento con la terza. Ne risulta un comportamento sessuale molto limitato e subordinato a morbose conferme affettive. In altri casi, l’energia accumulata nella prima sfera potrebbe non trovare alcuna possibilità di risalita e tendere, perciò, a scaricarsi a “terra” attraverso una compulsiva attività sessuale e/o psicomotoria.

La sfera dell’affettività, in caso di deviazioni significative dell’identità, vede ridotto notevolmente l’apporto energetico dal basso. La reazione più comune consiste nell’orientarsi affettivamente verso fonti di soddisfazione sessuale (e quando non si trovano si cade in uno stato depressivo), escludendo dal panorama affettivo chi non corrisponde a tale requisito. Ma potrebbe anche verificarsi una sorta di delirio mistico in cui ci si illude di relazionarsi affettivamente con l’universo intero.

La sfera della comprensione è sicuramente quella che più risente delle deviazioni dell’io. La quarta area infatti, oltre ad integrare e sintetizzare quanto proviene da tutte le sfere sottostanti, ha un collegamento privilegiato con la seconda sfera. Qui infatti ha sede il cervello enterico che invia al SNC più informazioni di quante ne riceva. Ogni deviazione e turbolenza dell’identità crea disordine negli schemi cognitivi. Può capitare che la seconda sfera assuma una deviazione tale da sbilanciarsi verso il collegamento laterale con la comprensione; nel caso in cui la quarta sfera sia deviata nello stesso verso della seconda si genera una sindrome logorroica: l’individuo si parla addosso, non ascolta ed è orientato a capire solo se stesso. Più rara, ma molto più grave è la condizione psicotica caratterizzata dalla deviazione della quarta sfera in senso opposto rispetto all’esempio di cui sopra, in questi casi le problematiche dell’identità innescano il rifiuto a comprendere se stessi e la realtà circostante.

Tra le tante sindromi abbondantemente approfondite dalla letteratura di settore (fobie, attacchi di panico etc.), scegliamo quella narcisistica per mettere in evidenza come una forte deviazione della sfera dell’io, in qualsiasi posizione orientata, dia origine alla sindrome stessa. Il narcisismo è caratterizzato dal fatto che una deviazione della seconda sfera compromette gravemente l’apporto energetico alla terza, limitando significativamente l’espressione affettiva. Nel caso in cui la deviazione sia verso sinistra l’energia precipita a terra innescando gravi comportamenti autolesionisti: tentativi di suicidio, tossicodipendenza, alcolismo e disturbi alimentari come l’anoressia. Se la deviazione è a destra il narcisismo sarà invece caratterizzato da forti componenti etero-aggressive. Entrambi questi esempi possono risentire della componente di introversione o estroversione in relazione all’ eventuale ulteriore orientamento della sfera in avanti o indietro.
A volte la grave compromissione della seconda sfera può essere affrontata con parziale successo attraverso il collegamento tra la sessualità e l’affettività, qualora queste presentino una discreta approssimazione alla centratura. In questi casi è possibile la sublimazione energetica in quanto, nonostante le turbolenze causate dall’io, l’energia della base bypassa la seconda sfera raggiungendo la terza e la quarta.

In conclusione, ciò che intendiamo affermare è che la posizione della seconda sfera influenza notevolmente quella delle altre e che la condizione auspicabile sarebbe quella che offre all’individuo la scelta tra una vasta gamma di comportamenti in armonia con le tendenze evolutive. Una sfera dell’io in grado di far assumere all’essere qualsiasi identità gli eventi suggeriscano comporta l’eliminazione delle cause di sofferenza psichica.