Le Quattro Sfere della Mente nella Storia della Psicologia

Il modello a quattro sfere si presta ad essere il filo conduttore che collega tutti i contributi della scienza psicologica.

La storia della psicologia narra il percorso dell’uomo verso la Coscienza e la realizzazione dell’autocoscienza. Attraverso le diverse teorie è possibile intuire le rappresentazioni che la mente fa di se stessa e del mondo.

Il modello mentale a quattro sfere si presta ad essere il filo conduttore che collega tutti i contributi della scienza psicologica. Per esempio, limitandoci alla storia della psicologia clinica, si può notare come la psicoanalisi freudiana ponga il tema della sessualità e le dinamiche pulsionali a fondamento del suo modello mentale.
L’energia pulsionale concepita come inconscia muove l’essere e lo trascende, producendo sintomi oppure guarigioni (quando viene sublimata). Sigmund Freud gettò le basi per la nascente psicologia indagando le origini profonde del pensiero umano, focalizzando l’attenzione su quel primo aspetto della mente che noi rappresentiamo con la prima sfera: la sessualità, sede dell’energia vitale e delle “spinte pulsionali primarie”.

I teorici successivi, Jung, Adler, Anna Freud e poi Khout e altri, contribuiranno a spostare la ricerca sul piano della psicologia dell’Io e del Sé.
Le divergenze teoriche tra Freud e Jung rappresentano bene il passaggio dalla prima alla seconda sfera. La riflessione junghiana sul processo di individuazione è l’espressione della sua acquisita autonomia. La fase di individuazione rispecchia esemplarmente il processo di ontogenesi naturale attraverso il quale il bambino “taglia il cordone ombelicale con la madre” per sperimentare la propria identità (focalizzazione alla seconda sfera).

Mentre il passaggio dalla prima alla seconda sfera è avvenuto attraverso una frattura, la focalizzazione sulla terza sfera, l’area affettiva, appare in ambito teorico come un’evoluzione (sublimazione).
La psicologia ricollega in modo più maturo e consapevole le prime tre sfere, considerando anche il collegamento tra l’area sessuale e quella affettiva.

Assistiamo, così, alla nascita di tutte le teorie basate sulle relazioni oggettuali e le prospettive interpersonali, transazionali, sistemiche-relazionali e familiari applicate alle relazioni umane in senso sempre più ampio. In particolare la psicologia sistemica indaga la funzionalità dei processi di comunicazione all’interno di un sistema complesso come l’essere, la coppia, la famiglia e la società.
La psicologia Umanistica di Rogers completa questo quadro fondando il proprio modello sulla relazione terapeutica e l’idea di alleanza con il cliente.

La nascita della psicologia ad orientamento gestaltico, cognitivo-comportamentale e cognitivo-evoluzionista può essere riferita alla quarta sfera di esperienza da noi teorizzata: l’”area della comprensione” che, proponendosi come agente di coordinamento delle tre aree precedenti, ottempera alle diverse funzioni di memorizzazione cosciente, ricerca di significato, teorizzazione e osservazione autocosciente dell’intera storia dell’individuo.

Altri contributi teorici propongono, alla fine del loro percorso concettuale, ciò che noi abbiamo definito “pensiero intuitivo”, generato dalla “centratura” delle 4 “aree”.
A titolo di esempio ricordiamo la psicologia transpersonale che – attraverso lo studio di coscienza, creatività, intuizione e processi di trasformazione verso la completezza – pone l’accento su ciò che, oltre la “maschera”, nasconde l’essenza dell’essere umano.

Così come in un film è possibile intuire la trama sottostante e l’intenzione narrativa del regista attraverso lo scorrere delle scene, allo stesso modo, quando nascono molte teorie della mente, è possibile dedurre un modello che le contenga e le colleghi, restituendo la coerenza evolutiva del loro apparire sul palcoscenico della storia.