Dinamica delle Sfere
Attraverso la comprensione delle dinamiche mentali si può imparare a gestirle
Ogni individuo acquisisce attraverso l’esperienza un insieme di dati che vengono immessi e organizzati all’interno del sistema mentale. L’elaborazione delle informazioni produce “oscillazioni” nella sfera che permettono di esaminare l’evento stesso da più punti di vista.
La quantità e la coerenza delle informazioni elaborate da ogni sfera ne determina il grado di aggregazione, il maggior grado di aggregazione comporta a sua volta l’aumento della complessità degli schemi mentali nonché, a livello fisiologico, un ampliamento delle reti neurali e dell’efficienza di ogni cellula dell’organismo.
L’aggregazione determina la profondità del vissuto esperienziale ma ciò non implica la decodifica oggettiva dell’evento, sperimentabile a prescindere dalla complessità del sistema mentale (vedi “centratura“).
Più la sfera è aggregata e maggiori sono le risorse disponibili e la capacità di adattarsi a situazioni diverse. Al contrario se poco aggregata “oscilla” vertiginosamente alla ricerca di soluzioni consone al nuovo contesto.
Un buon grado di aggregazione implica oscillazioni frequenti e poco ampie intorno al canale centrale, pur mantenendo la possibilità di oscillazioni più ampie e estreme. Nel caso vi siano, invece, carenze energetico-elaborative la sfera può assumere posizioni rigidamente statiche o compiere repentine oscillazioni. In tali casi, quasi sempre, si producono situazioni patologiche.
La capacità di non assumere configurazioni estreme di rigida fissità o mobilità eccessiva, cioè l’elasticità di cambiare la posizione delle sfere, è indicativo di uno stato di sanità ed equilibrio del sistema mentale.
La relazione dinamica tra eventi e configurazione delle sfere è facilitata dalla possibilità di memorizzarne le posizioni apprese. Ciò comporta l’assunzione di ruoli ed atteggiamenti ritenuti adattivi rispetto al contesto risparmiando al sistema faticose rielaborazioni riferite a situazioni già sperimentate. Ad es. un soggetto può posizionarsi in famiglia come marito e padre amorevole, al lavoro come ambizioso imprenditore e con gli amici come allegro barzellettiere.
La fissità in posizioni memorizzate, tuttavia, comporta la stereotipata adesione a schemi precostituiti e la riduzione delle opportunità di scelta comportamentale. Allo stesso modo l’eccesso di mobilità interrompe la linearità del processo elaborativo, impedendone la sintesi. Il comportamento risultante sarà volubile e inconcludente, pertanto scarsamente adattivo.
Attraverso la comprensione delle dinamiche mentali si può imparare a gestirle. La persona sarà in grado di utilizzare eventi anche soggettivamente dolorosi come strumenti per l’ampliamento della coscienza.