Diagnosi

La nostra concezione diagnostica è parte integrante di un nuovo progetto di intervento terapeutico basato sul modello mentale a quattro sfere. Nella pratica si integrano coerentemente tutti i parametri riferiti ai concetti di sanità, malattia, adeguamento sociale, soddisfazione, realizzazione, equilibrio psico-fisico, ecc. Inoltre la persona che si rivolge al terapeuta perde i connotati di ‘paziente’, ‘malato’, ‘utente’ o ‘cliente’ e viene accolta come “soggetto in evoluzione” in un percorso unico, differente da ogni altro. Di conseguenza occorrerà formulare una definizione diagnostica specifica per ogni persona, avvalendosi del contributo delle altre scienze al fine di reperire, in modo trasversale, tutte le informazioni utili. Questo “momento” segna il punto di inizio del percorso terapeutico.

Nella nostra ottica risultano perciò insufficienti le diagnosi elaborate solo tramite sistemi internazionali quali il DSM IV o l’ICD10 che, nonostante le continue revisioni, si riducono a strumenti di fredda comunicazione tra i professionisti. Limitarsi ad una siffatta etichetta diagnostica rischia di disattendere le aspettative di chi, sofferente a vari livelli, desidera indicazioni utili per comprendere i suoi disagi e predisporsi ad affrontare gli step necessari alla sua crescita.
Nel processo diagnostico le manifestazioni patologiche devono essere considerate per quello che sono in realtà: tentativi adattivi del sistema mentale, che si generano nell’interazione col suo ambiente interno e con il contesto di riferimento. Le malattie e i comportamenti cosiddetti “errati” vanno considerati come parti integranti e significative di un percorso evolutivo.

Nel rispetto della dinamicità del modello mentale a quattro sfere, l’approccio diagnostico non è riconducibile solo alla fase iniziale del processo terapeutico ma è “spalmato” in tutte le fasi della terapia, in quanto fornisce, oltre ad una verifica in itinere, il fotogramma che ritrae quell’essere in un determinato momento evolutivo. La sintomatologia manifesta (dal livello chimico/biologico fino a quello cognitivo) ci racconta quali informazioni non sono ancora state digerite ed assimilate dal sistema mentale, oppure in quale ambito sia presente una carenza di informazioni che rende non-coerenti gli schemi mentali e cognitivi. A tal fine, il processo diagnostico inizia con un’anamnesi tendente ad individuare le dinamiche esperienziali che hanno determinato posizioni rigide o estremamente oscillanti delle sfere. Oltre alle informazioni raccolte, anche le modalità comunicative del soggetto concorrono alla definizione di un quadro clinico e alla focalizzazione di un primo obiettivo terapeutico.