Il Numero Quattro nel Buddhismo

L’insegnamento del Buddha Sakyamuni ha attraversato i millenni frammentato e nascosto tra le righe di numerosi testi che si rifanno al primo discorso che egli tenne dopo il Risveglio (il Dharmacakraprarthana sutra, ovvero “Il discorso sulla messa in moto della Ruota della Dottrina”).
Nonostante le approssimazioni dovute alla trasmissione orale, tutti gli studiosi sono concordi nell’attribuirgli l’enunciazione delle Quattro Nobili Verità (Catvariarya-satyani):

  1. il dolore (duhkha);
  2. la causa del dolore (samudaya);
  3. la via che conduce all’estinzione del dolore (marga);
  4. la cessazione del dolore (nirhodha).

Un tema fondamentale per il Buddhismo Mahayana è il concetto dei Quattro Dharmadathu(1):

  1. il Dharmadathu di Shih (regno dei fenomeni o eventi);
  2. il Dharmadathu di Li (regno del noumeno, o dei principi);
  3. il Dharmadathu di non ostruzione di Li nei confronti di Shih (regno degli eventi in assoluta libertà e fusione);
  4. il Dharmadathu della non ostruzione di Shih nei confronti di Shih (regno degli eventi di fronte agli eventi in assoluta libertà e fusione).

Tra gli innumerevoli “quattro” presenti nella dottrina buddista, si possono ricordare:
i quattro Buddha trascendenti (Amitabha, Amoghasiddhi, Ratnasambhava, Akshobhya); il quadruplice stadio di presenza mentale per calmare la mente (Smrtyapasthana)(2); i quattro retti sforzi (Samyakprahana); i quattro passi verso i poteri (Rddhipada); i quattro demoni(3); le quattro azioni vittoriose (Catuh-samgraha-vastu) e le quattro impavidità dei Bodhisattva; le quattro impavidità e le quattro menti infinite dei Buddha (Catvari-apramanani); le quattro illusioni fondamentali e le quattro opinioni distorte; le quattro meditazioni nei paradisi della forma e le quattro serenità nei paradisi della non-forma.

NOTE:

(1) ^ ) Il termine sanscrito Dharmadhātu (letteralmente “ambito della realtà assoluta” o “campo del reale”) è inteso come l'”autentica natura dei fenomeni” e quindi della “Realtà”.

(2) ^ Ognuno dei quattro fondamenti della “presenza mentale”, a loro volta, si esplica in una tetrade.

(3) ^ I demoni sono funzioni che ostacolano le persone nei loro sforzi nel portare a compimento la pratica buddista.

FONTI:

Danilo Speranza. Il Settimo Saggio. Appendice. Vol. 2. Roma 2002.
C. C. Chang Garma. La dottrina buddhista della totalità. La filosofia del buddhismo Hua Yen. Astrolabio Ubaldini Editore, 1978.
Charles Luk (a cura di). Vimalakirti Nirdesa Sutra. Astrolabio Ubaldini Editore, 1982.