Le Quattro Sfere nella Tradizione Popolare

Nei modi di dire e nei proverbi è facile rintracciare riferimenti a zone del corpo che descrivono in modo immediato una o più posizioni delle 4 aree della mente

Alla base della psicoterapia vi è la narrazione. La persona in terapia si racconta usando,  in modo apparentemente casuale, metafore e modi di dire. La scelta di uno stile narrativo è un interessante spunto di indagine per i terapeuti poiché, attraverso il linguaggio metaforico, è possibile comprendere meglio quale sia il reale problema e il significato che l’individuo gli attribuisce.

L’analisi del linguaggio, dunque, permette di individuare e gradualmente sostituire le parole che rinforzano, o alimentano, lo stato di malessere dell’individuo. Il racconto si trasforma così in una co-narrazione condivisa.
Nella tradizione popolare, nei modi di dire e nei proverbi è facile rintracciare dei riferimenti a zone del corpo od organi, che descrivono in modo sintetico e immediato una o più posizioni delle 4 aree della mente.

1^ sfera o area della sessualità

Nel linguaggio popolare si trovano molti riferimenti agli organi sessuali. Ad esempio, un’espressione molto utilizzata è “avere gli attributi”, riferito ai testicoli, che definisce qualcuno molto sicuro di sé e dotato di una grande vitalità nell’affrontare gli ostacoli della vita. Altri modi di dire, spesso volgari, si riferiscono chiaramente al comportamento sessuale e all’istinto di conservazione della specie e del territorio.
I detti e le espressioni popolari associati alla prima area del sistema mentale, sono spesso utilizzati per descrivere una carenza o un eccesso di energia vitale. Nel primo caso ci riferiamo a detti come “farsela sotto” o “mi tremano le gambe”, che esprimono uno stato di paura di fronte ad un ostacolo che, per essere superato, necessita una quantità di “energia vitale” superiore a quella posseduta. A ciò segue la paura di “morire”, o meglio di “esaurire” le forze, una volta affrontata l’esperienza stessa.

2^ sfera o area dell’io

I detti e le espressioni popolari riferiti a questa zona sono spesso ricorrenti nel linguaggio quotidiano. Frasi come: “quello non lo digerisco” oppure “quella cosa mi è rimasta sullo stomaco”, esprimono la difficoltà di accogliere l’esperienza e ricavarne informazioni. L’espressione “avere un travaso di bile” oppure “mangiarsi il fegato” stanno ad indicare una rabbia repressa e costituiscono una perfetta istantanea della problematica posizione della sfera dell’io nel rapporto con gli altri. “Tagliare il cordone ombelicale”, invece, è un’espressione che indica il processo di acquisizione di un io separato ed autonomo.
Si può quindi affermare che l’immaginario collettivo abbia sintetizzato efficacemente il valore simbolico delle funzioni di tutto l’apparato digerente, che non è soltanto l’elaboratore delle informazioni contenute negli alimenti, ma di tutte quelle provenienti dall’ambiente esterno.

3^ sfera o area dell’affettività

Vi sono molti detti popolari che esprimono il modo in cui l’individuo si relaziona e vive l’affettività. Dicendo, ad esempio, che qualcuno ha “un cuore d’oro” paragonando le qualità di una persona a quelle dell’oro: un metallo prezioso e non tossico, duttile, malleabile, buon conduttore di calore ed energia elettrica. “Il cuore d’oro” rimanda, pertanto, a generosità, bontà, apertura verso gli altri, capacità di contenimento e accoglienza. È assimilabile ad altri modi di dire come avere un “gran cuore” o un “cuore nobile” oppure, con un’accezione leggermente diversa, ad avere “le spalle larghe”, idea che rimanda al senso di responsabilità, alla capacità di contenere le difficoltà, di risolvere e sopportare situazioni difficili. In negativo si possono citare modi di dire quali: avere un “cuore di pietra” o le “le braccia corte” o “fare spallucce” che rimandano ad immagini di chiusura affettiva, scarsa capacità di relazione, mancanza di generosità e incompetenza emotiva.

4^ sfera o area della comprensione

Simbolicamente la testa ha ispirato molti modi di dire riferiti alla capacità di comprendere, e quindi di agire, nel mondo. Spesso si sente dire di qualcuno che “è una testa calda” per indicare una persona fortemente impulsiva mentre per chi è più equilibrato o moderato si dice che “ha del sale in zucca”. “Alzare la testa” e “stare a capo chino” sono opposti che indicano fierezza oppure umiltà, mentre “avere la testa tra le nuvole” significa essere svagati e distratti. Altre espressioni come “essere fuori di testa” o “avere il cervello fuso” indicano scarsa capacità di ragionare.