Area dell’Identità

Sfera in cui si realizza la separazione e l’affermazione dell’identità

La seconda area del sistema mentale è deputata alla strutturazione e all’affermazione dell’io. A livello fisico l’area interessata è quella addominale che, contrariamente alle altre tre, non è protetta da alcuna struttura ossea (ad eccezione della funzione di sostegno svolta dalle vertebre lombari). In quest’area sono presenti gli organi deputati alla digestione ed assimilazione del cibo, racchiusi nel peritoneo. Nella zona superiore, delimitata dal diaframma, troviamo i reni e le ghiandole surrenali e in quella medio-superiore la milza.

Attraverso il riconoscimento di un’esistenza individuale (Io) separata rispetto all’universo, si realizza la separazione e l’affermazione dell’identità. L’attività elaborativa di quest’area è guidata dall’istinto primario di autoconservazione. La sfera dell’io sceglie, digerisce, ed assimila informazioni presenti nell’ambiente per nutrire l’intero sistema mentale.

La seconda area del sistema mentale accoglie il feto durante la gestazione. Concepito alla prima sfera, alla seconda l’essere è accolto e nutrito per poi divenire “altro” attraverso il taglio del cordone ombelicale. Lo sviluppo sano di questa sfera è estremamente interconnesso con le dinamiche del rapporto madre/figlio. Un individuo, nella misura in cui ha elaborato costruttivamente l’imprinting materno, è capace di riconoscersi come tale, di sentirsi a proprio agio nell’ambiente, di saper scegliere cosa e quanto assimilare o rifiutare (fisicamente e mentalmente).

Quest’area è il teatro che accoglie ogni scontro tra il bisogno di autoaffermarsi e la spinta a partecipare alle istanze provenienti dall’ambiente. Qui insorgono disturbi comportamentali riconducibili a deficienze, frammentazione ed ipertrofie della struttura o delle funzioni dell’io: inadeguatezza, egocentrismo efficientista, attacchi di panico, complessi d’inferiorità o superiorità, ansia da prestazione, anoressia o bulimia, ecc.

Nella maggior parte dei casi sono proprio i disturbi dell’io a spingere un individuo a chiedere la consulenza di specialisti. Il dolore, che alla prima sfera si manifesta come un impeto primordiale, alla seconda è riferito a un’identità: nasce il vissuto “io sono malato” che può indurre a riflessioni sulle sue cause.